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mercoledì 2 febbraio 2011

MAH...

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Oggi è uno dei quei giorni in cui mi viene da pensare che gli anni passano, ma alla fine le cose fanno proprio fatica a cambiare. Vediamo un po' se riesco a spiegare come stanno le cose... Mhhh... Per prima cosa bisogna tornare indietro di una decina d'anni, quando il mondo gay italiano sentiva che stava entrando in una nuova fase, soprattutto dopo il World Pride di Roma. Una fase in cui iniziava a nutrire tutta una serie di nuove aspettative per il futuro, e non penso di esagerare se dico che quel clima di speranza e fermento faceva pensare davvero che da un momento all'altro le cose sarebbero cambiate sul serio. Bei tempi. In ogni caso il mondo gay italiano di quel periodo era anche particolarmente ricettivo e curioso verso le novità che potevano riguardarlo e/o rappresentarlo, e probabilmente fu anche per quello che accadde quel che accadde. Infatti, per una serie di coincidenze, in quel periodo iniziavano a farsi conoscere in Italia i manga BOYS LOVE, i fumetti giapponesi a tema gay realizzati da autrici donne per un pubblico femminile...
Come avveniva in Giappone, anche in Italia lo zoccolo duro di quei primi lettori era composto principalmente da ragazze, tanto appassionate da mettere in piedi un'associazione culturale per promuovere e importare questo genere di manga - l'Y.S.A.L. - che è tutt'ora in attività. Ci furono anche delle ragazze talmente coinvolte da cimentarsi nella realizzazione di questo tipo di fumetto, e alcune di loro sono tutt'ora in attività, pubblicando anche all'estero.Tuttavia in Italia accadde qualcosa di strano, perchè questo genere di fumetto attirò la curiosità e l'iniziale interesse di una buona parte di lettori gay... Anche di quelli che fino a quel momento non avevano mai letto un manga o un fumetto. In Giappone questo è inconcepile (i gay giapponesi ignorano del tutto, o quasi, questo tipo di prodotti), e anche in altre nazioni in cui i BOYS LOVE si sono diffusi il mondo gay è stato coinvolto dal fenomeno in maniera molto più marginale, tant'è che i BOYS LOVE sono rimasti fondamentalmente una lettura per ragazze in tutto il mondo...
Perchè in Italia le cose andarono diversamente? Per diversi motivi. Il primo è che i gay italiani pensavano di avere trovato dei fumetti in cui identificarsi, cosa di cui evidentemente sentivano la necessità da tempo, e in particolare in quel momento di forte autoaffermazione. Il secondo è che l'Italia non aveva una tradizione di fumetti a tema gay (come gli USA, ad esempio) con cui confrontare i BOYS LOVE, e l'associazione di idee fra fumetto a tema gay e fumetto per gay fu automatica. Inoltre i cartoni (e poi i manga) giapponesi avevano alimentato una gran quantità di fantasie omoerotiche nelle ultime generazioni di gay, che non aspettavano altro di trovare dei manga in cui venivano rappresentate. A rincarare la dose ci pensarono gli editori che iniziarono a tradurli in italiano, visto che li presentavano con con tanto di bandiera RAINBOW in copertina e la dicitura "fumetti gay"...
Ovviamente non c'era niente di male a sfruttare commercialmente il momento favorevole, ma sicuramente hanno contribuito a generare ulteriore confusione... E infatti a quel punto iniziarono ad accadere una serie di cose alquanto inverosimili... Tipo presentazioni e promozioni in locali e discoteche gay, e addirittura un editore gay (Echo Communication) che si interessò al punto di pubblicare una collana di BOYS LOVE Made in Italy... Che arrivò ad essere distribuita anche nei sexy shop gay! Ovviamente - una volta finito l'effetto novità - questa strategia si rivelò alquanto fallimentare, visto che il pubblico gay aveva altri gusti... Non è un caso se in Giappone i manga per gay non sono i BOYS LOVE, ma i BARA, e alimentano un mercato del tutto diverso...
Fatto sta che, nel giro di pochi anni, ci fu una correzione di target, e il mercato gay venne lasciato da parte... Anche se, tanto per cambiare, la convinzione generalizzata che si fece largo fu che i gay italiani non apprezzavano i fumetti gay, e non che gli editori italiani avevano scelto per loro i fumetti sbagliati... Ovviamente ci furono tutta una serie di implicazioni negative, tra cui il fatto che nessuno ebbe il coraggio di tradurre BARA MANGA in italiano per lungo tempo e il fatto che la comunità gay italiana, alquanto delusa, iniziò a prendere le distanze dai cosiddetti "fumetti a tema gay". Tant'è che persino i volumi di Konig tradotti in italiano, inizialmente, vennero accolti in maniera abbastanza freddina...
Fortunatamente, anche grazie ad internet, la situazione ha iniziato a cambiare... E adesso anche il pubblico italiano ha iniziato a capire che i fumetti gay non sono tutti uguali e che i BOYS LOVE non sono fumetti che nascono per incontrare i gusti del grande pubblico gay... A questo punto, però, ci si aspetterebbe che non venissero ripetuti gli errori del passato e che ci si guardasse attorno con spirito critico, senza ricreare situazioni simili a quelle che finora vi ho descritto... E invece mi ritrovo qui per segnalarvi che in occasione della fiera del fumetto di ROMICS (che si tiene a Roma dal 18 al 20 marzo) in Via San Giovanni in Laterano (la "gay street" romana), il noto locale gay COMING OUT presenterà un appuntamento dedicato ai BOYS LOVE Made in Italy della TEKE Edizioni...
Serata con DJ, buffet, tavole originali e un concorso per cosplay (contrazione di costume player, cioè gli impersonatori dei personaggi di fumetti e cartoni giapponesi), finalizzato ad eleggere la migliore coppia di cosplay che interpreta una coppia YAOI (manga BOYS LOVE espliciti) e YURI (manga lesbici)... Cosa accadrà non ci è dato saperlo, ma a parte il fatto che - ovviamente - non si parla di coppie BARA, a me sembra davvero che siamo rimasti ai livelli di dieci anni fa, e la cosa mi lascia un po' perplesso. Posso capire che l'iniziativa parte dalla TEKE, che non ha avuto esperienza diretta degli eventi tragicomici dei primi anni del 2000, e capisco anche che al COMING OUT non abbiano grande competenza in fatto di fumetti e appassionati gay di fumetti... Però - con rispetto parlando - mi sembra un'iniziativa un po' azzardata... Ma perchè non organizzare un bel gay superhero party, come si fa durante TUTTE le fiere di fumetti americane???
In realtà penso che il problema stia tutto nel fatto che, mancando in Italia un'associazione di riferimento che promuove il fumetto gay vero e proprio (magari facendo chiarezza sulle differenze fra un fumetto gay e un fumetto a tematica gay), continua a regnare l'improvvisazione e il BOYS LOVE finisce per occupare degli spazi impropri, o magari le occasioni che vengono lasciate vacanti dal fumetto propriamente gay... Intendiamoci: il fumetto BOYS LOVE merita il massimo rispetto, ma nelle sedi e nei modi appropriati. Negli USA, ad esempio, ci sono addirittura delle fiere specifiche come la YAOI-CON di San Francisco a fine ottobre...
Anche lì ci sono mostre e gare di cosplay, ma chi frequenta lo YAOI-CON sa bene che - per quanto gay-friendly - non è un contesto "gay", non è pensato per i gay e non si rivolge al mondo gay in quanto tale... Tant'è che la giuria delle gare di cosplay è femminile, giusto per fare un esempio... E comunque i gay americani hanno un livello di emancipazione tale da "stare al gioco" e partecipare a simili iniziative, magari in quanto appassionati di manga, senza pretendere nulla. In Italia non è esattamente così. Oltretutto è emblematico il fatto che, mentre si pianifica un iniziativa a tema fumettistico nella gay street di Roma, nella fiera di ROMICS non siano previsti incontri sul tema... Come invece, tanto per cambiare, accadrà anche il 4 marzo all'Esmerald City Comicon di Seattle...
Eppure non è che Roma sia proprio una cittadina di provincia... Tant'è che la prima - a quanto mi risulta unica - conferenza di questo tipo si tenne proprio a ROMICS nel 2002 (ed invitarono anche me)... Però, come dicevo all'inizio, erano altri tempi (c'era persino un canale satellitare dedicato al mondo gay) ed evidentemente da allora ad oggi la situazione ha fatto una serie di passi indietro. Forse è vero che oggi di gay, lesbiche e trans si parla più di allora, ma almeno allora i gay cercavano di ritagliarsi i propri spazi e volevano autoaffermarsi, mentre oggi sono più che altro degli "argomenti" di cui si parla in terza persona... Tant'è che la stessa iniziativa che si terrà al COMING OUT non parte dal mondo gay, ma da un contesto in cui i gay sono un "argomento". Interessante e coinvolgente quanto volete, ma pur sempre un "argomento" di cui si parla in terza persona e attraverso i filtri e le convenzioni dei manga BOYS LOVE.
Non so se ho reso l'idea, ma forse varrebbe la pena di riflettere un attimo su questa cosa... Soprattutto quando alla gara di cosplay che si terrà nel locale (davanti a una clientela gay che magari non sa nulla di BOYS LOVE e YAOI) gareggeranno delle ragazze vestite da personaggi maschili che si atteggeranno a coppia gay (perchè sicuramente anche questo accadrà). Non che sia nulla di male, per carità, ma non è detto che un'iniziativa di questo tipo sia ciò che serve per avvicinare il mondo gay al mondo del fumetto. Per intenderci: sarebbe quasi come andare in un locale lesbico e proporre una serata sul tema dei manga HENTAI a tema lesbico per maschi etero, con coppie di ragazze zoccolose che si atteggiano a fare scene hard...
Nessuno, per fortuna, ci ha mai pensato (anche perchè non ne sarebbe uscito vivo, probabilmente), ma penso sia evidente che iniziative di questo genere mettono in luce una situazione che rimane alquanto confusa. Con tutti gli annessi e i connessi. Che dire? Speriamo che col tempo le cose migliorino, magari con l'arrivo anche in Italia di un'associazione culturale che promuova i fumetti gay in quanto tali e magari impedisca che si creino i malintesi di cui sopra. Certo è che, se la situazione è ancora questa, avrebbe parecchio lavoro da fare.

1 commento:

Luca ha detto...

Bellissimo articolo. Mi è piaciuto davvero tanto. Continua così!