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mercoledì 10 settembre 2014

RINNOVAMENTO?

Ciao a tutti, come va?
Nel caso non lo sapeste è da diverso tempo che l'attuale curatore di Dylan Dog, Roberto Recchioni, ha annunciato che il personaggio verrà drasticamente rinnovato a partire proprio dal numero di settembre, che non a caso in copertina presenta il protagonista nudo e in posizione fetale, per sottolineare la sua rinascita simbolica dopo il notevole calo di apprezzamento (e di vendite) che ha subito negli ultimi anni...
Non si è ben capito in cosa consisterà questa rinascita, a parte un riavvicinamento alle tematiche prettamente horror/metaforiche dei suoi primi (e più fortunati) anni e un certo rinnovamento negli schemi narrativi e nel cast dei comprimari storici (a partire dall'ispettore Bloch, che andrà in pensione). Pare che ci sarà anche un aggiornamento in senso letterale, ad esempio con l'introduzione degli smartphone, che - in teoria - dovrebbero servire a svecchiare il personaggio e a renderlo più attuale e coinvolgente per un pubblico giovane. Speriamo in bene. Tuttavia sta già circolando un'anticipazione della tavola che presenterà la nuova nemesi dell'indagatore dell'incubo, e che non promette niente di buono. Infatti in questa tavola il personaggio, che si chiama  John Ghost, viene presentato in una veste un po' audace, dopo aver consumato un rapporto a tre... Da cui è evidentemente emerso trionfatore...
Il punto è: con chi ha consumato questo rapporto? Alla sua sinistra c'è sicuramente una figura femminile, ma alla sua destra? Sembrerebbe proprio una giovane figura maschile di spalle, anche se potrebbe essere una figura femminile un po' androgina. In realtà potrebbe tornare utile studiare i dettagli sul pavimento: alla sinistra di John Ghost ci sono due scarpe col tacco, e alla sua destra (sul lato del presunto ragazzo) se ne intravede un'altra.

Quindi i casi possono essere fondamentalmente tre:
1) Si tratta di una donna mascolina.
2) Si tratta di un ragazzo che indossa scarpe da donna.
3) Si tratta di un ragazzo e il disegnatore Angelo Stano ha disegnato una scarpa di troppo, oppure quella non è una scarpa.

Il punto, però, è che in tutti e tre i casi passano dei messaggi non propriamente moderni.

Nel primo caso il messaggio che passa è che - nonostante le apparenze - è impossibile che in Dylan Dog possano essere raffigurati due maschi a letto assieme, nel secondo caso passa quello che per andare a letto con un uomo bisogna sentirsi donna e nel terzo caso il messaggio è che l'unico maschio con cui un vero uomo può fare sesso restando credibile (non dimentichiamo che questo è un nuovo  temibile avversario di Dylan Dog!) è un ragazzino un po' efebico (che quindi non può metterne in discussione la virilità, e di conseguenza la potenza).

E comunque in tutti e tre i casi non bisogna dimenticare che si tratta di un avversario, probabilmente diabolico e tutto il resto, e quindi passa anche il messaggio che la rappresentazione di un rapporto sessuale multiplo, a maggior ragione se con dei risvolti bisessuali, può essere "giustificata" solo quando viene consumato da un personaggio negativo e - presumo - con un'indole sottilmente perversa.

Da notare che nel comunicato stampa ufficiale John Ghost viene presentato come: "l'incarnazione di tutti i mali di oggi"... Aemh... E quindi alla Bonelli fare sesso a tre, o magari avere rapporti omosessuali e/o bisessuali, è considerato "un male di oggi"? Staremo a vedere... Anche se inizio a pensare che forse lo svecchiamento delle tematiche di Dylan Dog, nei fatti, sarà molto relativo.

In ogni caso se questi sono i presupposti per il rilancio di Dylan Dog sarà molto, ma proprio molto, interessante verificare come si realizzerà quella parte del sopracitato comunicato stampa in cui si legge che ora Dylan Dog si muoverà in:

"Una Londra contemporanea e multietnica, che spazia dai quartieri classici e turistici a quelli più in espansione come Southwark, con il suo grattacielo The Shard, o East London. È questa la Londra che non solo farà da sfondo alle avventure di Dylan Dog, ma ne sarà protagonista a tutti gli effetti". In un'intervista (CLICCATE QUI) Roberto Recchioni ha proprio detto che "cambieremo l’immagine di Londra: la tratteggeremo come la vede un ragazzo che atterra con un volo low-cost".

Sul serio?

Ovviamente non ho motivo di dubitare del fatto che questo annuncio sia veritiero, ma... Come la metteremo con la Londra del quartiere di Soho e i suoi locali gay e/o variamente trasgressivi? Con la Londra dei matrimoni gay e delle relative adozioni? Con la Londra delle coppie di giovani gay e lesbiche che non dissimulano nemmeno in pieno centro? Con la Londra dei Gay Pride e delle campagne contro l'omofobia che campeggiano sugli autobus?
Ammetto che sono molto, ma proprio molto, curioso di vedere se anche questo aspetto verrà preso in considerazione seriamente, anche se al riguardo ho dei serissimi dubbi. Soprattutto considerando il fatto che negli anni la Bonelli ha fidealizzato un certo tipo di pubblico molto tradizionalista e con posizioni tuttosommato retrograde su certi argomenti... E di certo non se lo vorrà giocare in nome di una rappresentazione verosimile di Londra...
Spero di ricredermi, ma se ci saranno scivoloni in questo senso, ovviamente, questo BLOG ne darà notizia... Anche se probabilmente quello che scriverò si perderà in un mare di commenti entusiasti da parte dei sostenitori storici di Dylan Dog, della Bonelli e di Roberto Recchioni... Che sicuramente non sono pochi e fanno la voce grossa, ma che nei fatti non sono neanche così tanti.

Perchè dico questo?

Roberto Recchioni ha annunciato che il suo ORFANI, come previsto, chiude col numero dodici, ma che ha già pronta una seconda stagione di altri dodici numeri, a cui seguirà - in teoria - anche una terza stagione. Fin qui tutto nella norma. Tuttavia ha annunciato anche che la seconda stagione ripartirà dal numero uno e che la serie non si chiamerà più ORFANI.

Qualcuno, ovviamente, sta già applaudendo al coraggio e all'originalità di questa iniziativa.

Però quando lavoravo a stretto contatto col mondo dell'editoria mi hanno spiegato che una delle strategie più classiche per rilanciare i prodotti che in edicola vendono poco (o comunque meno del previsto), è proprio quello di cambiargli nome e farli ripartire da uno. Per attirare nuovi lettori, certo, ma anche e soprattutto per ottenere più visibilità in edicola, nella speranza di migliorare le cose. Nel senso che un edicolante, soprattutto se ha poco spazio, tende a mettere in bella vista le cose nuove piuttosto che quelle che - col tempo - si sono dimostrate di scarso interesse per i suoi clienti...
Certo, la mia è solo un'ipotesi, e probabilmente nessuno la confermerà mai, ma di certo è molto curioso che qualcuno voglia cambiare il titolo a una pubblicazione se ha avuto buoni riscontri e se - sicuramente - può trarre vantaggio dal fatto che ha un nome riconoscibile da un vasto pubblico...

Sia come sia tutto questo ci porta sempre al solito punto: un editore può svecchiare una serie quanto vuole, e può proporre tutte le miniserie innovative che gli passano per la testa, ma se non riesce a "catturare" il pubblico dei lettori occasionali non riuscirà mai a sfondare le mura che circondano il bacino dei suoi lettori abituali... Ampliandolo e rigenerandolo con costanza. Anche perchè il bacino dei lettori abituali dei fumetti popolari italiani è limitato e non si rinnova sul serio da quasi due decenni (anche a causa dell'eccessiva prudenza degli editori e della loro incapacità di stare davvero al passo coi gusti e le esigenze del pubblico potenziale)... E d'altra parte i lettori abituali che possono permettersi di seguire tutto sono sempre meno, innescando un circolo vizioso per cui ogni volta che Sergio Bonelli Editore, giusto per fare un esempio, lancia qualcosa di nuovo impone delle scelte e rosicchia lettori a qualche sua serie storica... Per poi lamentarsi del calo delle vendite, che nel tempo ha portato anche a una serie di chiusure più o meno repentine a partire dal 2000 (Mister No, Napoleone, Legs Weaver, Gregory Hunter, Jonathan Steele, Nick Rider...). Però, guardacaso, nel suo periodo d'oro la Sergio Bonelli Editore pubblicava sì e no sette/otto titoli al mese, più qualche ristampa...
Mentre le uscite che si contano sul suo sito per il mese di settembre 2014 sono ben ventitrè, oltretutto in un periodo di crisi economica che impone di tagliare le spese superflue, e in qualche caso anche quelle essenziali... Quindi se il suo pubblico di riferimento non si è ampliato di pari passo con l'espandersi delle sue testate il calo di vendite degli ultimi tempi è perfettemante comprensibile.

D'altra parte i lettori abituali dei fumetti popolari italiani sono stati abituati in un certo modo, e si aspettano un certo tipo di prodotto, mentre i nuovi lettori (che sicuramente partono come lettori occasionali) evidentemente cercano altro, soprattutto se dal loro punto di vista cose come il sesso a tre e la bisessualità non sono necessariamente "un male di oggi"... E riuscire ad accontentare entrambe le categorie di lettori è sempre più difficile, se non impossibile.

Forse andrebbe diversamente se si partisse dall'idea che per la nuova serie X non si deve cercare a tutti i costi di coinvolgere anche il numeroso pubblico della storica serie Y, presentando protagonisti, situazioni e dinamiche simili...  Perchè nel lungo periodo vuol dire darsi la zappa sui piedi.

Il discorso è complesso, ma qualcosa mi dice la strada da percorrere per rinnovare davvero il fumetto popolare italiano è ancora molto lunga e irta di ostacoli.

Alla prossima.

3 commenti:

Fa.Gian. ha detto...

Faccio il "PdF" (Precisino della Fungia), e ti correggo: la tavola di esordio di Jhon Ghost non è di Brindisi, ma di Stano, per il resto, provo a linkare la pagina sul profilo FB di RapallOOnia, vediamo se scateno qualche reazione ;)

Massimo Basili ha detto...

Caro Wally, condivido tutto quel che hai scritto, specie lo scetticismo sul reale rinnovamento di Dylan Dog. Un unico appunto tecnico: il disegnatore della tavola di DYD che hai postato è Angelo Stano e non Bruno Brindisi. Stano è l'autore anche degli studi del volto di John Ghost.

Wally Rainbow ha detto...

In realtà all'inizio avevo scritto Angelo Stano, ma poi ho letto su dei blog che qualcuno lo aveva scritto ed era stato corretto dicendo che era Bruno Brindisi... Così, io che non me ne intendo, ho tenuto buona quella correzione. Ora ho corretto e speriamo che sia giusto così :-)