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martedì 19 dicembre 2017

UN BANDO VALE PIÙ DI MILLE PAROLE

Ciao a tutti, come va?

Forse è una mia impressione, ma da qualche anno a questa parte mi pare di capire che quando arriva la fine dell'anno le più grandi novità annunciate dal mondo del fumetto italiano sono delle collane di ristampe, e possibilmente delle collane di ristampe di materiale più volte ristampato (anche in anni recenti). Giusto per fare un esempio la Gazzetta dello Sport ha annunciato, di nuovo, una ristampa di TEX in occasione del suo settantesimo anniversario... Che andrà ad ingolfare le edicole a partire dal prossimo 29 dicembre. Per ora le uscite previste sono "solo" cinquanta, ma considerando che in edicola TEX è già presente con TRE collane di ristampe la situazione ha dell'incredibile... Anche perchè lo stesso editore - a proposito di TEX - parla di 5000 lettori in meno ogni anno, e quindi questa strategia sembra più che altro un modo per accantonare denaro prima che i lettori storici diminuiscano ulteriormente... Anche solo per il fatto che lo zoccolo duro dei lettori di TEX - che pure è un fumetto che vende ancora tantissimo, relativamente parlando - inizia ad avere davvero un'età importante, e nessuno vive per sempre...

E questo, forse, spiega perchè dalle parti della Panini, che ormai è un partner commerciale della Bonelli, si tenti periodicamente di sfruttare i personaggi Disney per accalappiare nuovi potenziali lettori da dirottare sulle testate Bonelli (e viceversa)... Magari anche con un bel volume da collezione, già annunciato per marzo, in cui raccogliere il meglio delle parodie disneyane dedicate ai personaggi Bonelli... Che peraltro, già quando comparvero su Topolino, non portarono grandi benefici a nessuno...

E se questo è quello che si sono ridotti a fare gli editori di fumetti che in Italia, nonostante il calo cronico di lettori, continuano a vendere più di tutti, è facile immaginare che ormai nel settore si navighi a vista, mentre soffia un'arietta non proprio incoraggiante su tutta la linea.

Anche perchè quando si inizia a perdere il senso della misura, e nella speranza di raccogliere qualche briciola in più si arrivano a compiere certe scelte (senza pensare alle ripercussioni che possono avere nel lungo periodo), allora vuol dire che qualcosa si è inceppato a monte e che si è persa un po' la bussola.

O che magari una vera bussola non c'è mai stata, perchè una volta non ce n'era bisogno e solo adesso che ce ne sarebbe davvero bisogno i nodi stanno iniziando ad arrivare al pettine... Lasciando che la situazione si manifesti per quello che in realtà è sempre stata.

Nel senso che, anche se nell'ambiente è un po' un argomento tabù, bisogna considerare che l'Italia è sempre stata una nazione in cui - fondamentalmente - vere e proprie strategie commerciali a lungo termine, in fatto di fumetti, non sono mai state pianificate. Nel nostro paese - fin dagli albori - il mondo del fumetto distribuito nelle edicole - quello a grande tiratura - è stato amministrato da grandi gruppi editoriali (che si occupavano marginalmente di fumetti in un periodo in cui garantivano delle buone entrate) e da una costellazione di case editrici a conduzione famigliare o poco più, che nascevano e morivano in base ai chiari di luna di chi le gestiva, ai trend del mercato e al ciclo vitale di chi le dirigeva (soprattutto se non aveva figli, discendenti diretti o fidati collaboratori capaci di portare avanti l'impresa di famiglia). 

Topolino, ad esempio, ha sperimentato un po' tutte le strade possibili per i periodici a fumetti in Italia: prima venne pubblicato in maniera semiclandestina a partire dal 1932 dalla Nerbini di Firenze, che regolamentò la sua posizione con la Disney nel 1934. Nel 1935 venne ceduto alla Mondadori, per poi passare alla Disney Italia nel 1988 e alla Panini (che nel frattempo era diventata una multinazionale del fumetto) nel 2013...

Piccolo appunto: penso sia interessante notare che la Panini è una multinazionale nata per produrre figurine e con una divisione specifica per gestire i fumetti (e in particolare quelli su licenza) nata solo nel 1994, quando venne comprata dalla MARVEL per avere una testa di ponte in Europa (ruolo che in effetti ha mantenuto anche dopo il passaggio di proprietà ad altri). Tant'è  che prima di allora le sue esperienze nel settore dei fumetti furono davvero sporadiche (qualcuno si ricorda del JEM MAGAZINE pubblicato negli anni Ottanta?).

In ogni caso dai tempi dell'acquisto da parte della MARVEL ha continuato ad essere presente nel settore dei fumetti e ha persino rilevato i diritti per i fumetti Disney in Italia, mentre altri grandi editori di periodici da molti anni non hanno più dimostrato l'interesse (e le competenze) per portare avanti progetti a fumetti che richiedessero davvero investimenti e rilanci importanti per conquistare nuovo pubblico (Mondadori, Feltrinelli e Newton Compton stanno tentando la strada delle edizioni da libreria, ma è un'altra cosa)...Infatti il suo è un caso isolato, nel corso degli ultimi vent'anni almeno ha più voluto investire nel settore dei fumetti... Abbandonando al loro destino anche dei titoli e dei personaggi di tutto rispetto.

Mi viene da pensare, ad esempio, al Corriere dei Piccoli... Che nel gennaio del 1996 (con un numero distribuito solo a Milano!) chiuse i battenti dopo qualcosa come 88 anni e 4500 uscite, poco dopo essere stato svenduto alla Egmont dalla  R.C.S. nel 1994... E considerando che la Egmont era una casa editrice danese, quante possibilità c'erano che sapesse come muoversi in Italia? E  nel 1996 quante possibilità c'erano che un settimanale per ragazzi potesse andare avanti mettendo in copertina Tom & Jerry? Un vero peccato, anche perchè in quel periodo si stava verificando un grosso boom dei manga, e sarebbe bastato davvero poco per risollevarne le sorti...

Con la Bonelli, però, il discorso è diverso e particolarmente interessante, perchè a suo modo è una piccola anomalia. Nel senso che è nata come un'azienda a conduzione famigliare, applicando però una strategia imprenditoriale molto studiata, incentrata sui prezzi bassi e sull'intasamento delle edicole (per non lasciare spazio alla concorrenza), sulla fidealizzazione dei lettori storici e sui vantaggi contrattuali per gli autori. Un meccanismo interessante che l'ha resa quello che è, ma che però, nel lungo periodo, ha finito per mostrare tutti i suoi limiti (e una serie di effetti deleteri su tutto il settore), soprattutto dal momento in cui il nume tutelare Sergio Bonelli è passato a miglior vita nel 2011, lasciandosi alle spalle una piccola azienda a sua immagine e somiglianza, che però non aveva un vero e proprio piano aziendale... E men che meno una strategia commerciale che puntasse davvero a rinnovare costantemente il suo parco lettori, anche solo aggiornando (davvero) l'impostazione narrativa e contenutistica dei suoi prodotti quando non era più possibile scendere a compromessi.

Una volta il problema non si poneva, perchè la gente (e soprattutto i giovani) aveva meno alternative per passare il tempo libero ed era possibile mantenere in piedi case editrici autoreferenziali che non dovevano rendere conto (più di tanto) del fatto che non riuscivano a stare al passo coi tempi... O che avevano messo in piedi strutture totalmente impreparate a captare i gusti dei nuovi lettori (anche perchè in una certa misura erano loro a dettarli e a indirizzarli). Adesso che le cose stanno andando diversamente i nodi stanno venendo al pettine, e credo che ritrovarsi alla fine del 2017 con tre ristampe di TEX in edicola, piuttosto che con un nuovo personaggio Bonelli che fa faville, sia abbastanza indicativo. Così come è indicativo il fatto che tante nuove proposte che si sono viste negli ultimi anni siano naufragate a tempo di record...

Tuttavia penso che la cosa più interessante in tutta la situazione che si è venuta a creare stia nel fatto che questo approccio editoriale, nel corso degli anni, ha finito per plasmare anche tutto quello che gira attorno al mondo del fumetto in Italia.

Mi spiego meglio.

In paesi come gli USA e il Giappone, ma anche la Francia, il fumetto è inteso come una forma di intrattenimento al servizio del pubblico, e mette il pubblico al centro di tutto, anche perchè quando questo non avviene e le vendite calano gli autori non vengono confermati e anche l'apparato dirigenziale viene rinnovato. Anche perchè in queste nazioni l'industria del fumetto è sempre stata molto competitiva e la concorrenza non è mai mancata.

L'approccio tipicamente italiano, invece, vede gli autori e le case editrici mettersi su un altro livello rispetto al pubblico, permettendosi di considerare il mondo del fumetto come una propria emanazione e non come un riflesso del mondo circostante, a cui devono rendere conto delle proprie scelte e delle proprie strategie. Anche perchè da noi il concetto di competitività e concorrenza, in questo settore, è molto relativo, e magari un giorno tornerò sull'argomento.

Il punto è che, siccome la mela non cade mai troppo lontana dall'albero, se in Italia l'industria del fumetto si presenta in un certo modo poi è anche abbastanza normale che chi organizza delle manifestazioni fumettistiche non si ponga particolari problemi a livello di contenuti, o di scelta del personale. E dico questo perchè è stato da poco diffuso il bando per il nuovo Direttore Generale di Lucca Crea Srl, la società che organizza Lucca Comics & Games... Un bando che, per inciso, non utilizza parole come fumetto, manga o simili da nessuna parte (potete leggerlo CLICCANDO QUI), ma che in compenso offre una discreta quantità di perle...

Ad esempio si legge che nell'assegnazione dei punteggi la priorità verrà riservata ai candidati con la maggiore età anagrafica e con il maggior numero di figli a carico...

Ovviamente si auspica una "conoscenza degli argomenti di riferimento della principale manifestazione organizzata da Lucca Crea Srl (Lucca Comics & Games)", ma a quanto pare è un dettaglio che - oltre ad essere alquanto generico - non è nemmeno ritenuto un prerequisito essenziale.

Curioso.

Anche volendo considerare che Lucca Crea Srl (CLICCATE QUI) è una partecipata del Comune (anche se definirla partecipata è un po' improprio, dato che appartiene al 100% al Comune di Lucca, come potete leggere QUI), e che di fatto è una specie di Pro Loco, alla fine al Direttore Generale spetterà l'ultima parola su una quantità di scelte importanti per quel che riguarda Lucca Comics & Comics e il taglio della stessa, e il fatto che verrà selezionato con un bando di questo tipo direi che si commenta da solo... E che non prelude a particolari cambiamenti nel prossimo futuro.

Soprattutto a livello di contenuti, e in particolare a livello di contenuti LGBT... Che ormai sono diventati IMPRESCINDIBILI nelle maggiori manifestazioni fumettistiche statunitensi, per dirne una. D'altra parte, come dicevo prima, se le manifestazioni fumettistiche italiane prendono ancora come riferimento principale il mondo del fumetto italiano, e le sue strategie, Lucca Comics & Games è assolutamente coerente con la situazione nel suo insieme... E ovviamente chi deve selezionare il suo nuovo Direttore Generale non valuterà nemmeno col binocolo l'ipotesi che dovrebbe avere anche un minimo di sensibilità e preparazione nei confronti di temi eticamente sensibili, minoranze, cultura nerd e via dicendo.

Anzi, non mi stupirebbe se per la prossima edizione il pezzo forte fosse proprio una bella mostra sui settant'anni di TEX...

E comunque la cosa più curiosa di tutte è che il modello di Lucca Comics & Games viene seguito anche da tutte quelle manifestazioni fumettistiche che non sono gestite da delle partecipate comunali, e che quindi in teoria avrebbero più libertà di manovra.

Segno evidente che il problema non è (solo) a Lucca, ma si trova molto più a monte.

Morale della favola: sarà molto interessante verificare a che punto saremo fra una ventina d'anni, perchè sicuramente fra vent'anni non sarà più possibile battere cassa piazzando ristampe di TEX come se non ci fosse un domani, e perchè sicuramente si sarà affacciata una nuova generazione di lettori che metterà ancora più in evidenza le lacune dell'editoria a fumetti italiana... O che magari dalle manifestazioni fumettistiche vorrà qualcosa in più per giustificare l'acquisto del biglietto d'ingresso.

E a quel punto cosa accadrà?

Alla prossima.

1 commento:

Anonimo ha detto...

La tua analisi è come sempre acuta e puntuale, non so se anche altri siti di fumetti abbiano messo in luce le pecche di questo bando, ma se così non fosse dovresti mandargli il link al tuo post.