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venerdì 4 maggio 2018

DALLA SVEZIA CON FURORE

Ciao a tutti, come va?

Allo stato attuale non mi risulta che siano programmate iniziative particolarmente gay friendly per quel che riguarda il fumetto italiano che arriva in edicola, anche se maggio è il mese della Giornata Internazionale contro l'Omofobia e giugno sarà il mese delle parate del Gay Pride... E questo penso di averlo fatto notare a sufficienza negli ultimi post. In compenso in edicola, proprio in questi giorni, debutta la nuova serie di ristampe dei classici di Milo Manara, a partire dalla sua versione eterosessualizzata di Caravaggio... E anche di questo ho parlato dettagliatamente di recente (CLICCATE QUI).

Del come e del perchè questo scollamento fra le proposte editoriali del nostro paese e la realtà circostante, e in particolare la realtà giovanile, non faccia granchè bene al settore ho parlato fino alla nausea fin da quando ho aperto questo blog. In particolare per quel che riguarda i tentativi (falliti) di aggiornare dei personaggi che hanno fatto la storia del fumetto, o magari di lanciarne di nuovi, inserendo anche - e molto goffamente - tematiche LGBT... Presentandole però nello stile di venti o trenta anni fa e facendosi peraltro mille problemi, e mille scrupoli, per paura di urtare la suscettibilità di chi difende le posizioni più reazionarie.

Diciamo che se seguite questo blog dovreste avere già una panoramica abbastanza dettagliata della situazione.

Però so anche che c'è molta gente che pensa che io sono troppo di parte, che le mie teorie non stanno in piedi, che prendere come riferimento il mercato USA non ha senso e via discorrendo...

E così, con un sottile e perverso piacere, ora vado a segnalarvi una notizia che arriva dalla Svezia: una notizia che in nord Europa ha avuto una certa eco e sta pure scatenando un mezzo incidente diplomatico.

La cosa curiosa è che il protagonista di questa vicenda è il primo eroe mascherato in calzamaglia della storia del fumetto, nato negli USA e tutt'ora pubblicato su licenza in Svezia con storie realizzate in loco (più o meno come succede in Italia con i personaggi Disney), e cioè Phantom (che in Svezia è conosciuto come Fantomen).

Piccolo riassunto per i non esperti. Phantom è un personaggio nato per i quotidiani americani nel 1936, ad opera di Lee Falk (che continuò a scrivere le sue sceneggiature fino alla sua morte, avvenuta nel 1999), e da allora in poi si è periodicamente riproposto - con alterne fortune - anche in altri formati e media: dai classici comic book alle serie animate, dai romanzi ai videogames, passando per un film con Billy Zane nel 1996 (qui sotto lo vedete in una foto dal set assieme a Lee Falk)...


Molto in sintesi: Phantom non ha superpoteri, ma è il protettore della jungla bengalese in cui un suo antenato è naufragato secoli fa diventandone una sorta di nume tutelare, inaugurando una tradizione che da allora viene tramandata a tutti i suoi discendenti (contribuendo a mantenere viva la leggenda che lo vorrebbe uno spirito immortale, o un fantasma, appunto). Ovviamente questo non gli impedisce di impegnarsi per riportare la giustizia al di fuori del suo territorio di competenza, anche perchè il personaggio ha avuto un grande successo anche al di fuori degli USA. Attualmente, ad esempio, viene pubblicato regolarmente in paesi come Brasile, India, Australia e - appunto - la penisola scandinava.

E questo, secondo me, è molto indicativo se si considera anche la sua esperienza italiana.

Nel senso che fra il 1962 e i primi anni Settanta la casa editrice Fratelli Spada pubblicò su licenza una lunga serie di avventure inedite, e realizzate in Italia, di Phantom (che da noi era conosciuto come L'Uomo Mascherato fin dalle prime traduzioni delle strisce originali). Anche in quell'occasione venne mantenuto, per la sua calzamaglia, il colore rosso con cui era stato presentato in Italia fin dall'inizio (forse perchè il viola era ritenuto poco virile? O forse si trattava di esigenze tipografiche? Mistero)...

Anche se in pochi, oggi, ricordano quell'esperienza editoriale bisogna considerare che ebbe un certo impatto e che influì in maniera molto marcata anche sui primi tentativi italiani di realizzare dei film di supereroi... Tant'è che i fumetti de L'Uomo Mascherato hanno rappresentato un riferimento importante per produzioni come Superargo o i 3 Fantastici Supermen... Anche perchè i produttori, lavorando su personaggi che si ispiravano al mondo del fumetto senza averne mai avuto uno proprio, probabilmente speravano proprio di sfruttare la popolarità dell'Uomo Mascherato in Italia per attirare il pubblico nelle sale...


Fatto sta che nei primi anni Settanta in Italia arrivarono i fumetti della MARVEL, più dinamici, coinvolgenti, fantasiosi e moderni delle storie de L'Uomo Mascherato, e così la sua esperienza italiana si concluse... Mentre i disegnatori che ci avevano lavorato fino a quel momento iniziarono a lavorare direttamente per gli editori che continuavano a pubblicarlo in altri paesi, e che evidentemente riuscivano a tenere il passo con i gusti del pubblico. Tant'è che l'edizione svedese del personaggio - gestita dalla Egmont - sta proseguendo ininterrottamente fin dagli anni Cinquanta, e ha all'attivo oltre 1600 uscite... Tra cui quella che mi ha spinto a parlarvi di Phantom proprio oggi , e di cui vedete la copertina qui sotto (il numero è quello distribuito a fine aprile)...

Per dirla in parole molto semplici: Phantom si ritrova in Polonia (nazione notoriamente reazionaria e tendenzialmente omofoba) proprio mentre la parata del Gay Pride locale viene minacciata da alcuni fanatici omofobi filo nazisti con tanto di divisa militare... E ovviamente non può fare a meno di intervenire alla sua maniera per dargli una lezione...


Lo sceneggiatore di questa storia si chiama Philip Madden ed è polacco, quindi si presuppone che volesse mettere in evidenza una realtà che conosceva bene. Dal canto suo il direttore editoriale di Fantomen, Mikael Sol, ha detto:

"Ho pensato che ci fosse un bel simbolismo con la bandiera colorata, che rappresenta la tolleranza, contro il cattivo con colori sbiaditi, che rappresentano l'intolleranza. Capisco perfettamente che la copertina può suscitare polemiche, ma a volte devi essere coerente e proseguire per la tua strada"

A proposito... Visto che so che c'è della gente che pensa che dico delle eresie quando parlo di come il mondo del fumetto italiano sia un tantino "vecchio" anche e soprattutto dal punto di vista anagrafico, con tutto quello che ne consegue, qui sotto vi faccio vedere chi è Mikael Sol...

É nato nel 1981, si è laureato al Beckmans College of Design nel 2008 ed è Editorial Project Menager alla Egmont dal 2011... E cioè da quando di anni ne aveva trenta. Ovviamente è anche un illustratore e fumettista.

Nel frattempo, giusto per fare un paragone con una situazione italiana recente, la Bonelli ha appena deciso di rinverdire i fasti di Tex richiamando il suo sceneggiatore storico Claudio Nizzi, che è nato nel 1938... 

Ad ogni modo, com'era prevedibile, in Polonia la presa di posizione di Phantom/Fantomen ha inevitabilmente indisposto i nazionalisti, i commentatori filo conservatori e gli omofobi tutti, ma alla Egmont lo avevano già calcolato, e - molto semplicemente - li stanno ignorando...

A questo punto, nella remota ipotesi che dalla Egmont qualcuno stesse leggendo questo blog, mi permetto di suggerire di portare Fantomen a fare un viaggetto in Italia... Perchè sicuramente le occasioni per menare le mani non gli mancherebbero.

Comunque direi che vedere il primo eroe in maschera e calzamaglia della storia del fumetto menare gli omofobi impugnando una rainbow flag, e per giunta in copertina, è una bella soddisfazione a prescindere.

Alla prossima.
http://lightelf.blogspot.it/2018/04/premio-glad-2018_3.html

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